La gestione ambientale e la tutela della biodiversità

Edison è impegnata a preservare, attraverso una gestione ambientale efficiente, il capitale naturale impattato dalle sue attività.

Nel corso dell’anno sono state acquistate apparecchiature portatili per il rilevamento delle emissioni fuggitive e delle emissioni sui camini degli impianti di processo, al fine di monitorare e mitigare tali aspetti. Le sostanze lesive per l’ozono (provenienti ad esempio dai condizionatori, dalle pompe di calore e dai refrigeratori) vengono monitorate da ditte specializzate che si preoccupano anche della manutenzione degli impianti e, all’occorrenza, riducono al minimo eventuali rilasci.

È stato inoltre effettuato il ripristino e la bonifica presso il sito minerario di Codogno.

Tra il 2015 e il 2016 in tutti gli impianti di Edison Stoccaggio, gli stracci derivanti da manutenzione sono stati sostituiti con un’altra tipologia di stracci riciclabili e riutilizzabili. A tal proposito è stato stipulato un contratto con un’apposita ditta per il noleggio di panni tecnici riciclabili. Ciò ha permesso di avere una riduzione della produzione di rifiuti pericolosi e dei costi di smaltimento.

Nella centrale di Cellino il sistema “gas strumenti”, è stato sostituito con un sistema “aria strumenti”, che ha lo scopo di effettuare le movimentazioni delle valvole d’impianto: questa modifica ha comportato una riduzione delle dispersioni in atmosfera di gas naturale.

Nel corso dell’anno, sono state installate barriere fonometriche (ex barriere utilizzate per perforazioni) sul perimetro dell’air-cooler del compressore Cellino 35. Il risultato è stato positivo e ha consentito di ottenere un abbattimento di circa 12 dB, misurato in prossimità del primo ricettore. Seppure i limiti di legge fossero rispettati, nell’ottica del buon rapporto con il territorio circostante, l’attività è risultata apprezzata dagli stakeholder locali.

Edison ha portato a termine e continua ad alimentare progetti di mitigazione, ripristino e tutela della biodiversità, anche e soprattutto nelle aree limitrofe agli impianti di produzione e alle sue infrastrutture.

In particolare, il progetto BioVega, in collaborazione con gli esperti dell’Area Marina Protetta Isole Ciclopi di Acitrezza e l’Università di Catania, ha contribuito a trasformare la piattaforma di Vega A in un laboratorio sulla biodiversità. La prima fase del progetto, ovvero il censimento delle specie e delle alghe presenti sulla struttura sommersa e nelle acque circostanti la piattaforma, l’analisi della flora e della fauna e il monitoraggio continuo di alcuni parametri vitali, si è conclusa nel 2014, evidenziando che i principali abitanti del jacket sono i molluschi (17 specie presenti) e rilevando un’ampia presenza di specie ittiche, anche specie che normalmente non sarebbero presenti: tale situazione la rende “fishing attracting device” (FAD) per le specie rilevate.

Nel secondo step, dopo la fase di scouting delle tecnologie, saranno installati appositi dispositivi atti a creare ambienti capaci di ospitare questa biodiversità (tecnoreef) e nella fase finale saranno collocate videocamere per riprendere l’ambiente marino.

Per valorizzare il progetto Biovega e replicarlo al meglio nel contesto della futura piattaforma Vega B, Edison ha avviato un’analisi volta alla sistematizzazione di nuovi elementi inclusi nell’istanza di SIA presentata nel mese di luglio, con l’obiettivo di migliorare il progetto stesso (fermo restando l’impianto scientifico metodologico) attraverso un coinvolgimento aperto e costruttivo con gli stakeholder di riferimento.

Nel corso della seconda parte dell’anno è stato dunque attivato un percorso di co-design di "BioVega B”, capace da una parte di amplificare la conoscenza del progetto stesso e dall’altra di massimizzarne il valore, declinandolo secondo le aspettative specifiche dei portatori di interesse aprendo con essi nuovi canali di relazione.

Il percorso di engagement – limitato alle tematiche ambientali, e più specificamente a quelle connesse alle questioni di biodiversità - ha portato ai seguenti risultati:

  • Mappatura degli stakeholder e valutazione dello stato della relazione con essi;
     
  • Identificazione temi chiave e spunti per il miglioramento/adeguamento del progetto Biovega.
     

Il progetto, tuttora in fase di realizzazione, prevede una fase finale di restituzione dei risultati agli stakeholder, per poi attivare percorsi progettuali e operativi di implementazione delle soluzioni condivise.

Permane inoltre in esercizio il sistema di bio-monitoraggio delle acque marine Mosselmonitor sulla piattaforma Rospo Mare B, con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico di Termoli (CB).